Siamo nella Valle del Lanza, in una giornata caldissima. Ci serve un posto dove poter andare a camminare con Killer ma che non ci porti a soffrire troppo sotto il sole! Andiamo per i boschi del varesotto alla ricerca di un luogo che, nonostante sia delle nostre zone, non abbiamo mai visitato; le Cave di Molera!
La nostra passeggiata parte dal Mulino del Trotto di Cagno dove abbiamo la possibilità di lasciare l’auto in un parcheggio non a pagamento. Proseguiamo seguendo il sentiero che indica per la Folla di Malnate. Per un breve iniziale tratto si passa tra delle case private per poi immergersi in toto nel bosco ed avanzare lungo le rive del torrente Lanza.
Ci troviamo in un’area di 165 ettari creata per permettere la conservazione degli affioramenti di pietra arenaria e dell’ecosistema che vi si sono formati attorno.
Il tracciato è fattibile anche con bambini ma non con passeggini perché nonostante sia un tracciato pianeggiante si tratta pur sempre di un bosco! Ottimo invece per chi va in mountain bike. I sentieri sono svariati, tanto da potervi condurre fino alla confinante Svizzera! Dipende da voi e dal tempo che avete a disposizione. Se volete dedicarvi esclusivamente alle cave si parla all’incirca di un’ora di tragitto tolte le soste! Unico grande consiglio…portate qualcosa per le zanzare!!!
Ecco il link per poter visionare tutti i percorsi possibili:
http://www.parcovallelanza.com
Il Parco Valle del Lanza è una recente area nata nel 2002, rinomata anche per il tracciato della ferrovia della Valmorea che un tempo collegava Mendrisio con Castellanza ed oggi parzialmente riattivata a scopo turistico da Mendrisio a Malnate. Ma di questo vi racconteremo in un altro articolo!
Il territorio del parco è attraversato anche dal Sentiero Italia.
Fate ben attenzione al fatto che ad oggi l’ingresso alle cave risulta pericoloso a causa di alcuni crolli che si sono verificati in tempi recenti.
Prima di questo, dal tredicesimo secolo, in quest’area si sviluppò l’attività di estrazione dell’arenaria, la “molera”, sfruttando gli affioramenti sui fianchi della valle. Un’attività che ha lasciato profonde cavità, alcune delle quali visitabili e davvero suggestive.
Queste cave si sono formate circa 25 milioni di anni fa da quelli che erano dei fondali marini. Successivamente il materiale di cui si compongono è stato utilizzato per la costruzione delle mura di cinta di Castelseprio, un paesino che si trova poco distante da qui. La pietra di molera venne poi utilizzata per la costruzione e la decorazione di palazzi e chiese a Castiglione Olona per arrivare fino alle zone del comasco e del milanese. Gli scalpellini di Malnate divennero famosi per le loro abilità e per questo materiale che era diventata una “moda” tra gli elementi decorativi come stemmi, cornicioni, davanzali e cornici di porte e finestre. A livello industriale la pietra delle cave ebbe il suo boom nel corso dell’800, quando iniziò ad essere utilizzata per la produzione di mole (da cui è poi derivato il nome molera). Il declino e la successiva chiusura delle cave avvenne nel corso del ‘900, quando lo sviluppo portò questa pietra ad essere sostituita da materiali più innovativi.
Oggi è stato istituito il “Sistema naturalistico delle cave di Molera di Malnate e Cagno” per la conservazione e la tutela delle cave e dell’ambiente circostante.
Ci sono circa una decina di cave, alcune di queste sono collegate tra loro creandone una sola immensa! Sembra di essere catapultati in film di Indiana Jones! Circondati dai soli suoni della natura e degli animali, in un contesto davvero unico! I colori al loro interno sono svariati e si alternano come in un arcobaleno. In alcune cave vi sono delle vere e proprie piscine d’acqua dove vi sconsiglio assolutamente di addentrarvi perché l’acqua è stagnante e quindi un covo di zanzare ed insetti di ogni genere ma sopratutto l’area diventa molto scivolosa e pericolosa. L’altro tasto dolente è l’impronta lasciata dall’uomo che in alcuni punti ha imbrattato le pareti delle cave ed ha abbandonato spazzatura di ogni genere.
Tolto questo tasto dolente è davvero suggestivo vedere come sono state lavorate queste pareti dagli scalpellini dell’epoca. Come pittori con la loro tela, con gesti ben studiati hanno creato quelle che oggi sembrano delle opere d’arte. Ogni spessore è di circa 30 cm ed ogni strato corrisponde esattamente alla profondità massima che lo scalpello raggiungeva! Un lavoro fatto a mano davvero incredibile su piani di lavoro inclinati di circa 40° dove i blocchi venivano estratti dall’ alto verso il basso.
Siamo rimasti davvero affascinati da tanta bellezza, di come l’intervento dell’uomo si sia unito al contesto in modo così piacevole da far sembrare il tutto naturale. E’ stato un piacere incontrare anche una coppia di anziani a passeggio con i loro cani che ci hanno raccontato di quando da bambini e da ragazzini venivano a giocare in queste grotte e a nuotare nel torrente! Ancora oggi a distanza di tanti anni tornano con piacere a passeggiare qui, anche se tutto è cambiato. Ci spiace non aver scoperto prima questo luogo!
E voi? siete del varesotto ed eravate già a conoscenza di tutto questo? Oppure siete di altre zone ed avete anche voi nelle vicinanze un contesto simile?
Raccontateci la vostra! Come sempre vi ricordiamo che potete vedere ulteriori foto sulla nostra pagina Instagram.
A presto,
Deb!
Le Cave di Molera

Questo posto è davvero affascinante, temo di non conoscere altri posti simili da consigliarvi, ma sicuramente mi segno questo per una futura gita!
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L’unico luogo fin’ora in cui ho visto l’intervento dell’uomo unirsi così bene con la natura da sembrare lei stessa ad averlo fatto!!! Pazzesco!
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